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Orbital
di Samantha Harvey

Scritto da Claudio

Vivere nello spazio

Nell’agile libro che ha vinto il Booker Prize del 2024, l’autrice Samantha Harvey racconta 24 ore terrestri di sei astronauti a bordo della stazione orbitante (ISS). Sono due russi, Roman e Anton, una giapponese, Chie, uno statunitense, Shaun, una inglese, Nell, e un italiano, Pietro.

24 ore terrestri ed è necessario specificarlo perchè la prima cosa che può crollare vivendo in una stazione orbitante è il senso del tempo: in queste ore i sei astronauti possono assistere a 16 albe e 16 tramonti. Queste sono le cose che puoi imparare leggendo Orbital: la vita che gli astronauti devono fare, i loro compiti, minimi e importanti, quello che fanno per mantenersi vivi e pronti per il ritorno a Terra.

Almeno per me questo è il primo libro di fiction dove gli astronauti non sono personaggi di fantascienza e nemmeno eroi e questa fiction permette di immedesimarsi nella loro vita, nel loro quotidiano: a pag 105 è raccontato un bello scambio di punti di vista fra Nell, l’astronauta inglese, e suo marito, una che è nello spazio e se ne rimarrebbe sempre lì e uno che non si staccherebbe da terra (io propendo per la visione del marito).

 

Leggere Orbital, con l’alternarsi di mansioni quotidiane e descrizioni appassionate di quanto vedono da lassù, mi ha fatto venire in mente la prima foto della Terra fatta da un’astronauta, la prima volta che potevamo vedere il nostro pianeta da un punto di vista esterno: anche questo libro può essere la prima volta che la Terra viene raccontata da chi vive fuori da essa, in questo caso gli astronauti della ISS.

Non è un libro da flussi di coscienza e grandi dialoghi, i personaggi sono corerenti con il loro ruolo da astronauti (chi si fa pippe mentali evidentemente è meglio che non faccia l’astronauta)

Invece è un libro di amore verso il nostro pianeta e in qualche modo non potrebbe essere altrimenti, avendolo sempre davanti, sempre presente nell’alternarsi delle orbite.

Pietro è il mio astronauta preferito anche perchè, alla domanda “In questa era di viaggi spaziali, come si può scrivere il futuro dell’umanità”, risponde “Con le penne dorate dei miliardari”: nel libro ho trovato solo questo accenno di critica all’attuale corsa allo spazio ma spero che Orbital faccia riflettere non solo su come vivono gli astronauti adesso nella ISS (ad oggi che scrivo qui, ci sono ancora due astronauti bloccati lassù da giugno del 2024) ma su come può vivere l’essere umano nello spazio in un prossimo o remoto futuro.

Per chi volesse approfondire la questione “vita nello spazio” consiglio questo episodio della serie LOVE, DEATH & ROBOTS che rende bene, nel caso singolo, la “banalizzazione” dello spazio (un luogo di lavoro come un altro) e questo libro (anche se è un po’ troppo pop per i miei gusti) A city on Mars , soprattutto per la parte riguardante la legislazione spaziale (che, guarda caso, è molto meno solida e stringente di quella che regola l’utilizzo e lo sfruttamento dell’Antartide o degli oceani).

 

 

 

 

 

 

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Il Libro

Orbital

Orbital
di Samantha Harvey

eur 18

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